Nel giugno
del 1816 don Giovanni Maria Prevosti, quarantenne, è nominato curato di
Chiesanuova.
Cinque anni dopo, nel maggio del 1821, mons. Gabrio Maria Nava, vescovo di
Brescia, nell'ambito della visita pastorale alla parrocchia di S. Nazaro e
Celso, si reca anche a Chiesanuova, che allora aveva 1056 abitanti, di cui
718 ammessi alla comunione.
Gli Atti della visita pastorale ci forniscono informazioni dettagliate:
"Domenica 27 maggio 1821. Il Prelato, verso le ore sette, con la solita
sequela postosi in carrozza, si è diretto alla chiesa nuova in Bottonaga,
ove arrivato è smontato alla chiesa; ove ricevuto col baldacchino si è
portato all'Altar maggiore, ove prima di altro ha comunicato n. 209 persone;
indi terminata la messa ha fatto l'omelia sopra il gran male che è il
peccato sia riguardo a Dio, sia riguardo a noi, e data la Benedizione con
l'indulgenza Plenaria, e fatto il ringraziamento si è portato in casa, ove
è stato servito di limonata, cioccolato ed anicini; e di ciò pure fu
graziata la sua sequela. Quindi sul finir della mattina si è portato alla
Visita della chiesa coadiutoriale di Bottonaga."
Don Prevosti in pratica svolge le funzioni di parroco a Chiesanuova, ma ha
la qualifica di curato, perché il territorio di Bottonaga (Chiesanuova e
Noce) faceva parte della parrocchia cittadina di S. Nazaro. Ha come
collaboratore don Luciano Guerrini, d'anni 32, e don Stefano Soardi, d'anni
29, che può di norma confessare solo gli uomini, e solo in caso di
necessità e urgenza anche le donne. Quest'ultimo svolge anche l'attività
di maestro per i fanciulli. Vi è inoltre una sola ostetrica, Maria Ongaro.
Il parroco dichiara di insegnare, col metodo delle interrogazioni, la
dottrina cristiana ai bambini, che la frequentano regolarmente.
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Non c'era
alcun beneficio. Il curato era stipendiato dal Prevosto e dai Canonici
curati, e percepiva in tutto lire milanesi 420 e soldi 6.
Nella chiesa del SS. Nome di Maria alla Noce, invece, celebravano tre
cappellani per soddisfare agli obblighi delle tre cappellanie erette da
secoli. Don Paolo Pasini, d'anni 40, confessore ed assistente agli infermi,
risiedeva alla Noce e celebrava per la cappellania Rovati - Gambara,
dipendente dall'ospedale maggiore, a carico della contessa Eleonora Gambara
Santangelo, con l'obbligo di 227 messe all'anno, inoltre insegnava alla
scuola per i fanciulli poveri, istituita alla Noce nei primi anni
dell'Ottocento. Don Pietro Botti, d'anni 50 circa, celebrava per la
cappellania Peschiera con l'obbligo di 360 messe, abitava in casa propria a
Bottonaga. Don Antonio Bologna, residente a Roncadelle, celebrava per la
cappellania Martinengo Villagana, con l'obbligo di quattro messe la
settimana.
Dalla relazione risulta che a Chiesanuova non c'erano abusi e nulla era
contrario alla religione e alla morale: non vi erano né concubini né
pubblici bestemmiatori.
Le disposizioni impartite sono poche, perché la chiesa è trovata in
ordine, come pure l'altare maggiore, i quattro altari laterali e il
confessionale. Si deve, invece, recintare il Battistero con una ringhiera
"che impedisca massime ai cani d'avvicinarsi al sacro vaso, al di sopra
del quale vi sia l'immagine del S. Giovanni Battista che battezza il
Redentore. L'interno della fonte sia riparato con coperchio di legno
amovibile". In sacristia ci doveva essere il registro delle messe sul
quale i celebranti dovevano porre il loro nome e l'applicazione della messa
celebrata, e il lavello per i sacerdoti.
Il vescovo procede anche alla ricognizione delle reliquie dei santi Fermo,
Procolo e Rustico, di S. Giovanni Nepomuceno, di S. Luigi Gonzaga. Decreta,
invece, la sospensione della reliquia della Santa Croce "comeché
autenticata da un vescovo sospetto".
Come riferisce Virginio Prandini, terminata la visita, "il Prelato,
ritiratosi quindi in casa, vi ha pranzato con 16 commensali". Dopo il
pranzo, si reca in chiesa, per controllare la "Dottrina" (cioè la
catechesi, come si direbbe oggi) della "Chiesa Nuova", alla quale
in tutto, tra sacerdoti, adulti e bambini, partecipavano 189 persone. Poi
impartisce la cresima a 27 ragazzi e infine, dopo il canto del Te Deum, con
la mitra in capo, impartisce la solenne benedizione.
Il giorno successivo, lunedì 28 maggio, il Vescovo visita gli oratori
(cioè le cappelle) della zona, La Madonna delle Ortaglie, S. Antonio Abate,
S. Faustino di via Codignole e S. Antonio da Padova. Infine si reca alla
Noce, dove visita la chiesa e gli altri oratori.
Le condizioni di vita della popolazione sono molto dure, soprattutto per i
bambini. Le morti infantili sono elevatissime: più di un terzo dei bambini
moriva nel primo anno di vita e circa la metà entro i 6 anni di vita.
Nonostante ciò, nei primi dieci anni di parrocchiato di don Prevosti, la
popolazione di Chiesanuova aumenta: vi sono infatti 417 battesimi contro 322
funerali.
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