Maurilio Lovatti 

 

 

Quando caldo... Ma perchè?

 

 

Il Cantiere, settembre 2003

 

 

Tutti quest'estate abbiamo sofferto il caldo, chi più e chi meno.
Vale forse la pena di soffermarsi sulle cause di questo progressivo surriscaldamento del clima, i cui effetti si sentiranno anche nei prossimi anni, anche perché eventuali correzioni di rotta richiedono tempi lunghi.
Secondo gli esperti il riscaldamento del clima è causato principalmente dall'accentuarsi del cosiddetto "effetto-serra". Per effetto-serra, che di per sé è un fenomeno positivo per le condizioni di vita dell'uomo sulla terra, s'intende quell'azione di filtro svolta da alcuni gas dell'atmosfera, e in particolare dall'anidride carbonica, per impedire la dispersione del calore nello spazio. E' stato calcolato che, senza atmosfera, la temperatura media della Terra sarebbe di -18 C°, mentre in realtà è di circa 15 C°. L'aria è dunque indispensabile non solo per respirare, ma anche perché crea le condizioni climatiche idonee per la vita dell'uomo sulla terra. Senza l'effetto-serra sarebbe tutto gelato e non vi sarebbe acqua allo stato liquido.
L'aria che respiriamo è composta dal 78 % di azoto, 20 % di ossigeno, 1 % di argon; nel rimanente 1 % troviamo elio, idrogeno, anidride solforosa ed anidride carbonica. Ed è proprio l'anidride carbonica che svolge un ruolo essenziale nella troposfera (cioè fino alla quota di 12 Km) per assorbire le radiazioni provenienti dalla terra riscaldata dal sole, rispedendole verso il basso ed evitandone la dispersione.
E' stato calcolato che dal 1750 circa, cioè dall'inizio dell'industrializzazione in Occidente, la quantità di anidride carbonica è aumentata del 31 %. E' quindi comprensibile perché l'effetto serra sia in continuo aumento e quindi abbia prodotto il riscaldamento del clima. Il riscaldamento del clima nel lungo periodo provocherà l'incremento annuo di piogge e alluvioni, per la maggior evaporazione delle acque, la riduzione dei ghiacciai montani e dei ghiacci del Polo Nord e, di conseguenza, l'innalzamento del livello medio del mare, …oltre a estati sempre più calde!
Per contrastare questa preoccupante tendenza, l'ONU ha predisposto il "Protocollo di Kyoto" (1997) che, se attuato, dovrebbe ridurre, entro il 2012, le emissioni di anidride carbonica del 5% rispetto al livello del 1990. Poco, tutto sommato, ma meglio di niente.
Purtroppo il Protocollo di Kyoto non è ancora stato ratificato dagli Stati Uniti d'America, per l'opposizione del presidente Bush, che non vuole scontentare i grandi gruppi industriali, e quindi non è ancora operativo.
E' evidente che le variazioni climatiche a cui stiamo assistendo sono dovute al cattivo uso delle risorse naturali da parte dell'umanità e solo in piccola parte da variazioni cicliche spontanee del clima.
Particolarmente efficace mi è sembrato questo passo della dichiarazione del Concilio ecumenico delle Chiese (2000):
"l'atmosfera avvolge la terra, nutrendo e proteggendo la vita. In risposta all'amore di Dio per la creazione, abbiamo una responsabilità nel custodirla per il bene della terra e dei suoi processi ecologici. Piante, animali e ogni membro della famiglia umana dipendono da questo dono ed hanno il diritto al mantenimento della propria vitalità. L'atmosfera non appartiene a nessuno. Essa deve essere condivisa da tutti, oggi e in futuro. Ai poteri economici e politici non è permesso di danneggiare la salute dell'atmosfera né di rivendicarne il possesso."
Di fronte a questa situazione, noi cittadini del mondo ricco e industrializzato possiamo solo cercare di ridurre le conseguenze negative delle variazioni climatiche, in particolare per quanto riguarda il rischio di black-out energetici, non utilizzando o riducendo al minimo i condizionatori d'aria, evitando sprechi energetici e usando gli elettrodomestici il più possibile la sera o la notte.

 

 

Maurilio Lovatti

Il Cantiere, settembre 2003

 

 

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