Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, giugno 2024, pag. 24-25

 

Facciamo sentire la voce dei giovani

Intervista a Francesco Tomasini

a cura di Maurilio Lovatti

 

Nel precedente numero 1 del 2024, Battaglie Sociali ha iniziato un viaggio tra i giovani impegnati in politica e nelle istituzioni per cercare di comprendere le loro motivazioni, le loro difficoltà, il loro desiderio di un mondo migliore, di una società più giusta. Dopo Valentina Gastaldi, ora è il turno di Francesco Tomasini

 

 

Come hai iniziato il tuo impegno civile e politico? Quali sono state le motivazioni prevalenti?

Il mio impegno politico ha una data di inizio ben precisa: il 4 marzo 2018. Era il giorno delle elezioni politiche, i partiti sovranisti e populisti ottennero una valanga di voti e il partito che avevo votato io, invece, restò di poco sotto la soglia di sbarramento. Ebbi molti rimpianti: pensavo che se io e tanti altri ragazzi come me, invece di limitarci a votare, avessimo fatto di più per convincere parenti e amici, probabilmente l’esito sarebbe stato diverso. Così, quella sera contattai i responsabili locali del partito e iniziai ad attivarmi. In estate poi vi furono le elezioni amministrative. Ero, e sono tuttora, un grande ammiratore di Emilio Del Bono, che ritengo sia stato un sindaco straordinario. Non volevo ripetere l’errore delle poltiche, così decisi di mettermi in gioco in prima persona. Mi candidai nella lista Brescia per Passione, che all’interno della coalizione Del Bono era la lista in cui mi riconoscevo di più per idee e valori. Un grosso ruolo nella scelta delal lista lo ha giocato la capolista, Laura Castelletti, di cui, da appassionato di cultura, avevo ammirato l’operato. L’elezione alle ultime amministrative, con Laura candidata sindaco, è stata un po’ una chiusura del cerchio.

Il mio impegno civico, in senso più ampio, ha avuto invece inizio ai tempi del liceo Copernico, dove sono stato rappresentante di classe e d’istituto. Ho sempre avuto la tendenza a farmi portatore delle istanze di chi mi stava a fianco, cercando di far emergere anche quelle voci che spesso rimangono sommerse.

Immagino che sia difficile conciliare i tempi di lavoro con un incarico così impegnativo, come è quello del consigliere comunale, per di più capogruppo. Come ci riesci? Che difficoltà incontri?

Non ci giro intorno: è molto complesso. Le commissioni possono essere al mattino o al pomeriggio, a volte anche più di una in un giorno, senza contare i consigli comunali che solitamente durano una giornata intera. A ciò vanno aggiunte le varie riunioni preparatorie, le chiamate, gli eventi… È sicuramente un ruolo totalizzante. Ho aperto da poco più di un anno il mio studio legale, il che mi conferisce più flessibilità, e ho la fortuna di avere un socio con cui dividere il carico di lavoro, ma non posso fare a meno di chiedermi come farei a gestire questi orari se fossi un lavoratore dipendente. Il problema più grande, alla fine, credo che sia il quasi completo sfondamento della separazione tra vita pubblica e privata. Una delle sfide del nostro tempo credo sia proprio quella dell’equilibrio vita-lavoro e, purtroppo, temo di non essere un buon testimonial. La mia ancora di salvezza è la musica: ho le mie due ore settimanali di canto a cui non rinuncio per niente al mondo e che mi permettono di staccare da tutto il resto.
Da qualche settimana ho anche ricevuto l’incarico di Consigliere delegato alle Attività Culturali: trovare l’equilibrio tra tutto sarà una bella sfida!

I giovani che si impegnano in politica, nell'associazionismo e nel volontariato sembrano sempre di meno. Vi siete posti questo problema? Come lo avete affrontato?

Ce lo poniamo di continuo. Partiamo dal presupposto che i giovani sono sempre meno in generale: la curva demografica non aiuta e le condizioni lavorative nel nostro Paese nemmeno, visto che tanti ragazzi decidono comprensibilmente di trasferirsi all’estero. Un ragazzo che non sa se troverà lavoro, che non sa quando potrà uscire di casa e che, anche se ci riesce, deve preoccuparsi di sostenere affitti e costi sempre più alti, non ha molte energie rimaste per dedicarsi ad altro. Noi comunque non demordiamo: il Comune, grazie allo splendido lavoro dell’Assessora Frattini, ha da poco organizzato un bellissimo evento, gli Stati Generali dei Giovani, a cui hanno partecipato 240 ragazzi da tutta la provincia per confrontarsi sulle politiche da attuare nella nostra città. Credo che la chiave sia proprio questa: far sentire le persone ascoltate e considerate, veramente però. Il mio partito, Azione, organizza a cadenza regolare dei “Pranzi Giovani” con ospiti politici e civici di spessore, a cui gli over 35 non possono partecipare. Ci siamo infatti accorti che, vuoi per attitudine, vuoi per esperienza, le persone più adulte tendono spesso a prevaricare i giovani e a lasciare loro poco spazio di parola, o a prendere poco sul serio quello che hanno da dire. In questo modo invece i ragazzi hanno la possibilità di esprimersi liberamente, senza dover sgomitare per ritagliarsi uno spazio. Ne sono sempre usciti dialoghi molto interessanti e spunti preziosi per la nostra azione politica.

Quale visione di città emerge dal vostro programma e dal vostro impegno in Consiglio Comunale?

Una città europea. Questo è il cardine intorno al quale lavoriamo, perché pensiamo raccolga in sé tutte le qualità che vogliamo per Brescia: una città aperta, interconnessa, attenta all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità, inclusiva verso tutti e tutte, di cui ognuno possa sentirsi cittadino e dove si possa vivere liberi esprimendo pienamente se stessi. Una città vicina agli ultimi e a chi soffre: credo che prendersi cura l’uno dell’altro sia fondamentale e che accresca la qualità della vita di tutti i cittadini. In quest’ottica, il Comune può avere un ruolo importante nella sensibilizzazione verso problematiche, come quella della salute mentale e del crescente isolamento delle persone, a cui in passato si prestava poca attenzione e che invece stanno diventando sempre più preponderanti.

 

 

Francesco Tomasini è nato a Brescia nel 1993. Ha frequentato il Liceo Scientifico Copernico, di cui è stato rappresentante d’Istituto, e si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia. È avvocato amministrativista, occupandosi prevalentemente di appalti e diritto urbanistico, ed è titolare di uno studio legale in città. È stato per quattro anni Presidente del Consiglio di Quartiere San Polo Parco, il quartiere dove vive. Dal 2023 siede in Consiglio Comunale a Brescia, eletto con la lista Azione Italia Viva +Europa, di cui è capogruppo, ed è Presidente della Commissione Viabilità, Mobilità e Metrobus. Da poche settimane, è il Consigliere delegato alle Attività Culturali del Comune di Brescia.

 

 

Battaglie Sociali, giugno 2024, pag. 20-21

 

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