Con questo numero
Battaglie Sociali inizia un viaggio tra i giovani impegnati in politica e
nelle istituzioni per cercare di comprendere le loro motivazioni, le loro
difficoltà, il loro desiderio di un mondo migliore, di una società più
giusta.
Come hai iniziato il tuo
impegno civile e politico? Quali sono state le motivazioni prevalenti?
Ho iniziato ad occuparmi di politica circa 5 anni fa: nel 2019 una ragazzina
si siede davanti al parlamento svedese e crea da zero un movimento che si
espande a macchia d’olio in tutta Europa. Il 15 marzo scendo anch’io in
piazza a Brescia con Fridays for Future, insieme ad altre quindicimila
persone. Lì inizia tutto: entro a far parte di Fridays for Future e
occuparmi della crisi climatica diventa una parte fondamentale della mia
vita. Insieme a tantissimi altri giovani sento l’urgenza, la necessità di
fare qualcosa a livello globale e a livello locale. La crisi climatica mi
mette davanti a una verità scomoda: il personale è politico e se di questo
tema non si occuperà la mia generazione, nessuno lo farà per noi.
Il salto alla politica istituzionale è stato poi quasi naturale: dopo 5
anni di attivismo rivolto soprattutto verso l’Italia e l’Europa, ho
sentito io in primis la necessità di andare a portare l’attivismo per il
clima anche dentro le istituzioni nella mia città. Quando abbiamo saputo
che ci sarebbero state le elezioni comunali a Brescia, io e altri ragazzi
giovani e meno giovani ci siamo uniti in una lista civica per portare l’importanza
della partecipazione dal basso e dei temi ambientali. Questo approccio è lo
stesso che io cerco di portare tutti i giorni in consiglio comunale,
ricordando che senza le persone è impossibile fare la transizione ecologica
e che bisogna farla in fretta e con coraggio.
Immagino che sia
difficile conciliare i tempi dello studio universitario con un incarico
così impegnativo, come è quello del consigliere comunale. Come ci riesci?
Che difficoltà incontri?
Fare la consigliera comunale è una condizione abbastanza atipica e che mai
mi sarei immaginata di incontrare sulla mia strada: è un impegno grosso,
soprattutto da capogruppo, e questo mi ha obbligata a rallentare la mia
attività universitaria, ma è anche qualcosa che mi dà forza e mi dà
carica per fare tutto quello che faccio anche fuori dal consiglio.
Anche se è passato meno di un anno dalle elezioni, vedo con i miei occhi
che quello che faccio ha un impatto concreto sulla città e questo mi dà
speranza; penso che se sapremo comunicare al meglio quanto bene si possa
fare e quanto si possa incidere sul proprio territorio facendo politica
attiva e dal basso, sempre più persone si avvicineranno a questo mondo e
smetteranno di vedere la politica come una cosa lontana e deludente. La
politica si fa tutti i giorni dalla piazza al consiglio comunale e sentirsi
coinvolti è la cosa migliore che possa accadere. Certo è difficile e certo
è stancante, ma come tutte le cose belle e impegnative (come l’università)!
I giovani che si
impegnano in politica, nell'associazionismo e nel volontariato sembrano
sempre di meno. Nel movimento Fridays for Future vi siete posti questo
problema? Come lo avete affrontato?
La mia generazione è molto difficile da coinvolgere: sicuramente l’individualismo
sempre più spinto verso cui la nostra società si sta muovendo non aiuta,
ma vedo anche tanta disillusione nei confronti della politica e tanta
incertezza del futuro.
Quello che come fridays abbiamo notato è che le persone giovani quando si
sono sentite parte di una cosa grande si sono unite e hanno partecipato a
migliaia e con entusiasmo: il 2019 è stato un grande momento per la
partecipazione collettiva. Ma bisogna prenderli sul serio questi ragazzi!
Le loro idee vanno ascoltate senza paternalismo, i loro bisogni vanno capiti
e bisogna lavorare e dialogare insieme. Non li si può dipingere come
fannulloni, svogliati, senza interessi e poi giudicarli o attaccarli
(fisicamente e non) quando esprimono dissenso, quando usano la loro voce e
il loro corpo per portare avanti un’idea o una visione di mondo in cui
credono. Così come bisogna credere in loro e dare loro spazio, concreto,
anche in politica.
Sono convinta che l’unico modo che abbiamo per promuovere la
partecipazione giovanile in un paese che invecchia sempre di più, è
mettersi tutti dalla stessa parte e cercare di superare le differenze di
età e di opinione.
In Brescia Attiva questa è stata una delle nostre più grandi ricchezze: si
è creato un gruppo unito, estremamente intergenerazionale, dove una enorme
fiducia è stata data a tutti i giovani: per candidarci, per portare avanti
le nostre idee, per cambiare le cose e metterci la faccia.
Quale visione di città
persegue la vostra lista?
La visione di Brescia Attiva nasce proprio dall’unione di tutti i vari
punti di vista che hanno costruito nel tempo la nostra lista. E' la visione
di una città composita. E' una città a misura di clima che cambia,
inclusiva, forte, resistente e strutturata in modo da riappropriarsi di quel
senso di comunità che ci rende pieni e a volte sentiamo mancare nella vita
di tutti i giorni.
Una città sempre più verde in grado di assorbire le precipitazioni più
abbondanti, il calore estivo e migliorare davvero la qualità dell’aria.
Una città a zero emissioni entro il 2040.
Una città dove tutti i servizi siano in prossimità, tutto raggiungibile in
massimo 15 minuti, una città dove convenga muoversi in bici e sia sicuro,
ma anche una città senza barriere architettoniche, per permettere a tutti
di spostarsi a prescindere da carrozzine, passeggini o disabilità. E' una
città pensata perché le persone si riapproprino degli spazi. Brescia
Attiva vorrebbe riaprire il centro alle persone e redistribuire equamente lo
spazio sulle strade tra auto, bici, trasporto pubblico e persone a piedi.
Vogliamo una città sicura perché più in salute e dove tutti si sentano
visti e accolti: una città a misura di anziani e bambini ma anche una
città attrattiva per i giovani studenti e famiglie.
Insomma una città per tutti.
Valentina Gastaldi è
nata e cresciuta a Brescia. Dagli anni delle superiori è attivista per la
parità di genere e partecipa al mondo associativo bresciano: ha seguito per
due anni il corso SVI per diventare volontaria internazionale. Ha studiato a
Bologna e Siviglia ed è attualmente studentessa di relazioni internazionali
e diplomazia a Padova. Dal 2019 è attivista anche con Fridays For Future
per la giustizia climatica e sociale. Da giugno 2023 è in consiglio
comunale con la lista civica Brescia Attiva.
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