Il Brescia
è in serie A! Un traguardo che solo lo scorso settembre appariva del tutto
inverosimile, quasi un sogno, è stato raggiunto. Merito del presidente
Cellino, che ha investito risorse economiche per la squadra, dell'impegno
dei giocatori e soprattutto delle capacità e della determinazione
dell'allenatore Eugenio Corini. Per merito suo giocatori che lo scorso anno
parevano normali giocatori di serie B, come Torregrossa, Ndoj, Bisoli,
Cistana e sopratutto Tonali, hanno giocato quest'anno in modo magistrale.
Tutta la squadra è sempre stata combattiva e ben organizzata. Ha vinto
tanto, ha giocato sempre bene, ha recuperato negli ultimi minuti tante
partite che sembravano compromesse. Tutta la città ha gioito per la
promozione, festeggiando con entusiasmo. Il tifo calcistico sicuramente
unisce la comunità, al di là delle differenze culturali, politiche,
economiche e sociali dei tifosi.
Se il Brescia calcio è in serie A, cosa manca alla città di Brescia per
essere una città di serie A, cioè una città europea moderna ed
efficiente, smart come si dice oggi? Prima di rispondere a questa domanda,
è necessario ricordare che molto è stato fatto in questi ultimi 5-6 anni
per avvicinarci a questo ambizioso obiettivo. Basti ricordare la raccolta
differenziata (passata in un paio d'anni dal 37% al 70%, un balzo in avanti
straordinario), l'eliminazione del cancerogeno cromo esavalente dall'acqua
potabile (adesso abbiamo una delle migliori acque d'Europa), l'avvio delle
bonifiche del PCB, la riapertura della pinacoteca, il significativo aumento
di turisti e visitatori dei musei, l'incremento delle piste ciclabili, la
TAV Milano Brescia, ecc.
Cosa ci manca dunque per essere una città europea, una città di serie A?
Innanzitutto il completamento dell'offerta universitaria, con l'istituzione,
in Statale o in Cattolica, delle facoltà mancanti. Poi la rapida
realizzazione della TAV Brescia Verona, il cui completamento ci collocherà
in un corridoio europeo strategico, il rilancio dell'aeroporto di
Montichiari, la creazione di un polo fieristico d'importanza nazionale, la
rapida e completa decarbonizzazione della città, in largo anticipo rispetto
alla scadenza europea del 2030, per migliorare la qualità dell'aria. Serve
poi investire sui giovani, soprattutto nella conoscenza dell'inglese e delle
lingue straniere. L'ideale sarebbe che tutti i nostri giovani sappiano
facilmente parlare e scrivere in inglese, quasi fosse una seconda lingua
madre, solo così potranno essere competitivi in un'economia e in una
società ormai globali. Infine serve un cambio di mentalità: più
attenzione ai problemi della comunità (quartiere, parrocchia o paese), più
solidarietà, più partecipazione, più attenzione all'ambiente, con scelte
di vita quotidiane coerenti (ancor oggi ci sono molti sprechi energetici, e
migliaia di spostamenti brevi in città, fino a 4-5 km, che potrebbero esser
fatti a piedi, in bici o coi mezzi pubblici, vengono compiuti in auto,
peggiorando la qualità dell'aria). Sembra un po' un libro dei sogni. Ma
solo realizzando gradualmente questi sogni Brescia diventerà davvero una
città di serie A. Per ora godiamoci i successi calcistici.
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