Aumentano
i promossi, calano i bocciati. Ma gli studenti bresciani studiano davvero?
Gli istituti superiori della città hanno appena concluso la maratona
degli scrutini finali. E i numeri stanno a dire che i consigli di classe
sono stati clementi. Sono meno di un anno fa i ragazzi che devono ripetere
l´anno. Crescono, però, i "sospesi", che una volta si
chiamavano rimandati a settembre. Si direbbe che tra messaggini, Facebook,
twitter e quant'altro gli adolescenti nostrani trovino anche il
tempo di studiare. In buona parte è anche vero, ma non sempre i voti
fotografano la realtà. Di certo c´è che le nuove tecnologie (di cui i
giovani sono più maestri dei docenti) hanno cambiato modi di studiare e
comunicare. Spesso i professori devono adeguarsi ai nuovi linguaggi, e non
è detto che ci riescano sempre. I paradigmi della preparazione, tuttavia,
tengono, e alla fine si riesce comunque a capire chi ha studiato e chi no.
Che poi la cosa si traduca in promozione e bocciatura è altro discorso.
Tra i docenti (non tutti per fortuna) serpeggia sempre un certo buonismo
condito di ideologie, sensi di colpa e laissez-faire che finisce
per assolvere tutti o quasi.
MAURILIO LOVATTI insegna storia e filosofia a liceo Copernico,
ammette il "leggero calo delle bocciature" e se lo spiega con
l´insistenza quasi maniacale sui corsi di recupero, fatti "anche
durante le vacanze di Natale". Hanno convocato i ragazzi traballanti
il 2 gennaio, e sono andati avanti anche per tre giorni dopo l´Epifania.
"Qualcuno ha recuperato - dice Lovatti - e ciò può spiegare il calo
dei bocciati".
Nelle terze c´è una ragione in più. Chi ripete l´anno è costretto a
passare al nuovo ordinamento voluto dalla Riforma Gelmini, con la
prospettiva di studiare materie nuove. E magari si è dato più da fare.
Forse qualcuno ha sperato in una replica della tolleranza usata l´anno
scorso nelle seconde, che si trovavano nella stessa condizione. E ha
dovuto pentirsene. "In una nostra terza - sottolinea il professore -
ci sono stati sei bocciati". Lui stesso, però, non nasconde che
"a volte i docenti non usano tutta la severità necessaria". Lo
studente che arriva allo scrutinio con tre 5 e un 4 in fondo ha solo
un´insufficienza grave - si argomenta -, un cinque e mezzo da passare a
sei si trova sempre e si arriva alla sospensione del giudizio con tre
debiti. Anche se recuperare non sarà facile". I motivi del buonismo
sono tanti. "C´è chi lo fa in buona fede, per sensi di colpa - dice
Lovatti -, chi pensa che la bocciatura sia sempre una cosa grave", e
via dicendo. Davvero grave, però, è "la violazione sistematica
della legge in sede di ammissione all´esame di maturità - aggiunge -,
per essere ammessi bisogna avere il 6 in tutte le materie ma a volte anche
i 3 vengono portati a 6. Chi si oppone fa mettere a verbale ma non succede
mai niente". Non sarà il motivo che tiene altissime le percentuali
di ammissione alla maturità sempre altissime, ma un piccolo contributo lo
darà.
MA QUANDO una scuola funziona i ragazzi studiano. "Il problema
principale, all'inizio, è il metodo di studio e noi cerchiamo di
inculcare subito le direttive fondamentali - dice Amneris Zanotti, docente
di italiano e latino in terza e quinta O, di storia e geografia in prima N
allo scientifico Calini -. Abbiamo un ottimo rapporto con le famiglie,
pure gli studenti vengono spesso a colloquio con noi e si sentono
controllati, sanno che nel bene e nel male i genitori vengono
informati". Il deterrente funziona, e anche quando arriva la prima
cotta un occhio allo studio si tiene sempre. "Chi si lamenta dei
ragazzi - dice Zanotti - non adotta il sistema giusto, essere comprensivi
significa attivare percorsi di studio adatti non chiudere occhi sul
rispetto delle regole".
E poi, "i giovani di oggi studiano in maniera diversa dal passato,
sono più interessati all´attualità e alle nuove tecnologie",
osserva Rossella Perusco, docente di tedesco al Lunardi. Usano molto
Internet, ma come sempre "c´è chi è capace di elaborazione critica
e di sintesi, chi no, ma la loro preparazione non è inferiore al
passato". Cambia pure la didattica, va da sé. Al Copernico, ad
esempio, anche per l´insegnamento della matematica si usano strumenti
multimediali e tra studenti e docenti il modo di comunicare si trova
sempre. È la scuola che cambia, ma il buonismo...
MI.VA.
(Mimmo
Varone)
|