Bresciaoggi

domenica 17 giugno 2012, pag. 7

 

LA DENUNCIA. Le opinioni dei docenti sulle modalità di valutazione dei ragazzi

 

 

Troppe promozioni regalate
Altro che premiare il merito

«Con Internet è cambiato il modo di studiare, ma non sono meno preparati. Però c´è troppo buonismo»

 

 

Aumentano i promossi, calano i bocciati. Ma gli studenti bresciani studiano davvero? Gli istituti superiori della città hanno appena concluso la maratona degli scrutini finali. E i numeri stanno a dire che i consigli di classe sono stati clementi. Sono meno di un anno fa i ragazzi che devono ripetere l´anno. Crescono, però, i "sospesi", che una volta si chiamavano rimandati a settembre. Si direbbe che tra messaggini, Facebook, twitter e quant'altro gli adolescenti nostrani trovino anche il tempo di studiare. In buona parte è anche vero, ma non sempre i voti fotografano la realtà. Di certo c´è che le nuove tecnologie (di cui i giovani sono più maestri dei docenti) hanno cambiato modi di studiare e comunicare. Spesso i professori devono adeguarsi ai nuovi linguaggi, e non è detto che ci riescano sempre. I paradigmi della preparazione, tuttavia, tengono, e alla fine si riesce comunque a capire chi ha studiato e chi no. Che poi la cosa si traduca in promozione e bocciatura è altro discorso. Tra i docenti (non tutti per fortuna) serpeggia sempre un certo buonismo condito di ideologie, sensi di colpa e laissez-faire che finisce per assolvere tutti o quasi.
MAURILIO LOVATTI insegna storia e filosofia a liceo Copernico, ammette il "leggero calo delle bocciature" e se lo spiega con l´insistenza quasi maniacale sui corsi di recupero, fatti "anche durante le vacanze di Natale". Hanno convocato i ragazzi traballanti il 2 gennaio, e sono andati avanti anche per tre giorni dopo l´Epifania. "Qualcuno ha recuperato - dice Lovatti - e ciò può spiegare il calo dei bocciati".
Nelle terze c´è una ragione in più. Chi ripete l´anno è costretto a passare al nuovo ordinamento voluto dalla Riforma Gelmini, con la prospettiva di studiare materie nuove. E magari si è dato più da fare. Forse qualcuno ha sperato in una replica della tolleranza usata l´anno scorso nelle seconde, che si trovavano nella stessa condizione. E ha dovuto pentirsene. "In una nostra terza - sottolinea il professore - ci sono stati sei bocciati". Lui stesso, però, non nasconde che "a volte i docenti non usano tutta la severità necessaria". Lo studente che arriva allo scrutinio con tre 5 e un 4 in fondo ha solo un´insufficienza grave - si argomenta -, un cinque e mezzo da passare a sei si trova sempre e si arriva alla sospensione del giudizio con tre debiti. Anche se recuperare non sarà facile". I motivi del buonismo sono tanti. "C´è chi lo fa in buona fede, per sensi di colpa - dice Lovatti -, chi pensa che la bocciatura sia sempre una cosa grave", e via dicendo. Davvero grave, però, è "la violazione sistematica della legge in sede di ammissione all´esame di maturità - aggiunge -, per essere ammessi bisogna avere il 6 in tutte le materie ma a volte anche i 3 vengono portati a 6. Chi si oppone fa mettere a verbale ma non succede mai niente". Non sarà il motivo che tiene altissime le percentuali di ammissione alla maturità sempre altissime, ma un piccolo contributo lo darà.
MA QUANDO una scuola funziona i ragazzi studiano. "Il problema principale, all'inizio, è il metodo di studio e noi cerchiamo di inculcare subito le direttive fondamentali - dice Amneris Zanotti, docente di italiano e latino in terza e quinta O, di storia e geografia in prima N allo scientifico Calini -. Abbiamo un ottimo rapporto con le famiglie, pure gli studenti vengono spesso a colloquio con noi e si sentono controllati, sanno che nel bene e nel male i genitori vengono informati". Il deterrente funziona, e anche quando arriva la prima cotta un occhio allo studio si tiene sempre. "Chi si lamenta dei ragazzi - dice Zanotti - non adotta il sistema giusto, essere comprensivi significa attivare percorsi di studio adatti non chiudere occhi sul rispetto delle regole".
E poi, "i giovani di oggi studiano in maniera diversa dal passato, sono più interessati all´attualità e alle nuove tecnologie", osserva Rossella Perusco, docente di tedesco al Lunardi. Usano molto Internet, ma come sempre "c´è chi è capace di elaborazione critica e di sintesi, chi no, ma la loro preparazione non è inferiore al passato". Cambia pure la didattica, va da sé. Al Copernico, ad esempio, anche per l´insegnamento della matematica si usano strumenti multimediali e tra studenti e docenti il modo di comunicare si trova sempre. È la scuola che cambia, ma il buonismo... 

MI.VA. 

(Mimmo Varone)

 

 

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