Rivista
Storica del Socialismo, anno IV, n. 2, ottobre 2019, pp. 208-210
RECENSIONE
La
ricerca di autonomia delle ACLI, la conseguente “scelta socialista” e
i difficili rapporti con le gerarchie cattoliche che ne derivarono furono
un episodio non minore (anche se oggi appare lontano, non solo nel tempo)
delle vicende politico-sociali degli anni ’60-70, nelle quali il
problema dell’unità politica dei cattolici rivestiva un ruolo centrale.
Lovatti lo ricostruisce con cura, basandosi anche su fonti di archivio
inedite. Fondate da Achille Grandi nel giugno 1944 con l’appoggio
decisivo dell’allora sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Montini, per
essere la componente cristiana del sindacato unitario, dopo la scissione
sindacale del luglio 1948 e con la nascita della CISL iniziarono a
rafforzare le proprie finalità sociali, educative ed assistenziali,
raggiungendo alla fine degli anni ’50 oltre settecentomila iscritti,
decisivi per eleggere, alle elezioni politiche del 1958, 26 deputati nelle
file della DC.
L’ascesa al soglio pontificio di Giovanni XXIII, il nuovo clima
conciliare e il primo centro-sinistra fanno da sfondo alla lunga
presidenza di Livio Labor (1961-1969), caratterizzata da uno straordinario
attivismo e dalla capacità di cogliere i fermenti presenti nella società
italiana e nella stessa Chiesa, a partire dalle aperture nei confronti
dell’autonomia e della responsabilità dei laici cristiani. Con Labor si
rafforzò l’influenza politica delle ACLI e l’appoggio al
centro-sinistra, anche se l’entusiasmo iniziale si trasformò
rapidamente in delusione, mentre cresceva la sfiducia nella DC, sempre
meno capace di attuare con coerenza una politica autenticamente
riformista.
Le lotte operaie e studentesche della seconda metà degli anni ’60 lo
convinsero vieppiù della necessità di promuovere la creazione di una
nuova forza politica «capace di esprimere realmente le esigenze di
cambiamento che provenivano dal movimento dei lavoratori» (p. 103). L’8
marzo 1969 fondò quindi, con altri dirigenti aclisti e della CISL ed
esponenti della corrente democristiana di Forze nuove e della sinistra
socialista, l’Associazione di cultura politica (ACPOL). Precedentemente
aveva annunciato la sua intenzione di non ricandidarsi alla presidenza
delle ACLI, contestualmente alla proposta del superamento del tradizionale
collateralismo e dell’affermazione del principio del voto libero degli
aclisti. L’XI congresso nazionale, che si tenne a Torino nel giugno
1969, vide quindi l’elezione del successore designato dallo stesso Labor, il giovane
Emilio Gabaglio, e l’approvazione a larghissima
maggioranza della mozione finale. Di fronte a questa svolta emersero con
sempre maggiore durezza le perplessità della gerarchia ecclesiastica e
della Commissione episcopale italiana, che si accrebbero dopo il consiglio
nazionale delle ACLI svoltosi a Vallombrosa dal 27 al 30 agosto 1970 sul
tema Movimento operaio, capitalismo, democrazia in cui,
al termine dei lavori, Gabaglio riaffermò la critica del capitalismo, di
fronte al quale una scelta socialista e di classe doveva considerarsi
compatibile con la coscienza cristiana. L’ “ipotesi socialista”
portava inevitabilmente alla fine dell’unità politica dei cattolici, un
passo decisamente troppo azzardato, dal punto di vista sia politico sia
pastorale, per lo stesso Paolo VI. Dopo una serie di colloqui tra la
delegazioni delle ACLI e i vertici della CEI (analizzati con cura dall’autore)
si giunse così, il 19 giugno 1971, alla “deplorazione” da parte di Paolo
VI, che implicò, oltre al ritiro degli assistenti ecclesiastici e
alla cancellazione del contributo economico annuale, anche una spaccatura
all’interno delle stesse ACLI (con la scissione del Movimento cristiano
lavoratori), sanata solo dopo alcuni anni, attraverso il ripensamento
della linea di Gabaglio portato avanti dai suoi successori (Marino Carboni
e Domenico Rosati) con il ridimensionamento prima e l’accantonamento poi
dell’“ipotesi socialista”, fatta salva la fine del collateralismo
con la DC, e la valorizzazione della dimensione educativa e formativa.
Giovanni Scirocco
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Maurilio Lovatti
Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI
Morcelliana, Brescia 2019, pag. 274, € 25
Giovanni
XXIII, Paolo VI e le ACLI
Maurilio
Lovatti Indice generale degli scritti
Maurilio Lovatti
Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI
Morcelliana, Brescia 2019, pag. 274, € 25
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