Maurilio Lovatti
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Battaglie Sociali, marzo 2019, pag. 24 Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI
Mi hanno concesso pochi giorni per recensire l’ultima fatica dell’amico Maurilio Lovatti e pensavo di fare una presentazione più che una recensione. Invece come ho incominciato la lettura, ho recuperato tutto il tempo necessario per arrivare in fondo. Neanche fosse un giallo brillante. Protagoniste
del libro sono le Acli
nel periodo che
va dal 1960 al 1978, praticamente il tempo dei due santi
papi, Giovanni XXIII e Paolo VI. In un contesto che comprende
il Concilio Vaticano II, il ‘68 degli studenti e il ‘69
dei lavoratori, nonché le stragi fasciste fino alle soglie del
terrorismo: eventi che raccontano radicali cambiamenti socio-politici
e religiosi di grande complessità. Le
Acli hanno percorso
quel tempo tra passioni e progetti,
fonti
di tensioni interne ed esterne, nell’agone politico e
in quello ecclesiale. Il passaggio cruciale è datato e calendarizzato,
19 giugno 1971, la deplorazione
di Paolo VI,
con il seguito di polemiche trasversali a tutti i livelli. La causa
scatenante fu la decisione, da parte delle Acli, di porre
fine
al collateralismo politico
a favore della Dc e poi di
avanzare l’ipotesi di una scelta socialista. Con
l’effetto collaterale della promozione di un nuovo partito politico
promosso da Livio Labor, presidente
delle Acli dal 1962 al 1969 (progetto cancellato dallo
0,36% raccolto nelle elezioni politiche del 1972). Angelo Onger
Battaglie Sociali, marzo 2019, pag. 24
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